I Magi ci insegnano ad accorgerci dell’altro!

I Magi ci insegnano ad accorgerci dell’altro!

Erano sapienti e astrologi, avevano fama e ricchezza. Raggiunta una tale sicurezza culturale, sociale ed economica, potevano accomodarsi su ciò che sapevano e su ciò che avevano, starsene tranquilli. Invece, si lasciano inquietare da una domanda e da un segno, mettendosi in cammino con umiltà. Il loro cuore non si lascia intorpidire nella tana dell’apatia, non si trascina stanco nella pigrizia. Questa sana inquietudine, che li ha portati a peregrinare nasce dal desiderio. Ecco il loro segreto interiore: saper desiderare“. Con queste parole Papa Francesco ci spiega qual è stata la motivazione che, più di duemila anni fa, ha mosso i Magi verso quel Bambino deposto nella mangiatoia.

Oggi ci troviamo immersi nella bulimia di comunità che hanno tutto e spesso non sentono più niente nel cuore. Persone chiuse, comunità chiuse, perché la mancanza di desiderio porta alla tristezza e all’indifferenza. Un disorientamento ansioso e difensivo, per cui l’altro è qualcuno che disturba la mia vita. Stiamo diventando incapaci di custodirci gli uni gli altri, perdendo il senso della responsabilità fraterna. Una cultura del benessere che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affar nostro. Siamo sempre più immersi in quella che Papa Francesco ha definito la “globalizzazione dell’indifferenza”, che “ci rende tutti innominati, responsabili senza nome e senza volto”. L’indifferenza è il primo nemico della pace: i conflitti, le povertà, le sofferenze, geograficamente lontane da noi, ci smuovono sempre meno.

È necessaria una profonda conversione del cuore, che ci permetta di tornare ad essere capaci di aprirci agli altri con autentica solidarietà. La società è ricca di esempi di impegno solidale e misericordioso: le organizzazioni che si occupano di diritti umani, le organizzazioni di volontariato come la nostra, le associazioni di promozione sociale e le organizzazioni non governative, sono solo alcuni esempi virtuosi della società civile. Dobbiamo allora, prendendo esempio dai Magi, uscire dal tutto della società in cui viviamo e dalla tranquillità della nostra indifferenza, riscoprire il desiderio e rimboccarci le maniche. E farlo davvero, non solo a parole. A proposito di fatti, sempre i Magi ci spiegano come fare attraverso il dono più concreto che hanno portato, la mirra, unguento che verrà utilizzato per avvolgere il corpo di Gesù. Dobbiamo prenderci cura dei corpi provati dalla sofferenza, di chi è rimasto indietro, di chi può solo ricevere senza dare nulla di materiale in cambio. È preziosa la solidarietà verso chi non ha da restituire, è preziosa la gratuità! In questo tempo di Natale che volge al termine, non perdiamo l’occasione per uscire dall’indifferenza, volgere lo sguardo e accorgerci dell’altro che è accanto a noi e fare qualcosa per lui.